Come le opportunità educative incidono sull’accesso al lavoro
Scritto da RadioVerso admin il 30 Aprile 2024
La scuola è uno dei fattori che determinano le maggiori o minori possibilità di occupazione. Per questo garantire un diritto equo all’istruzione di qualità è essenziale: i comuni con bassa scolarità spesso coincidono con quelli a bassa occupazione, specie nel sud.
- 39% il tasso di occupazione tra i giovani che hanno lasciato precocemente la scuola. Quasi 20 punti in meno dei coetanei diplomati.
- I tassi di abbandono spesso riflettono la condizione della famiglia di origine: 2,5% tra i figli dei laureati, 24,1% se i genitori hanno al massimo la licenza media.
- 2.014 i comuni con tasso di occupazione e di istruzione sotto la media.
- 8 su 10 si trovano nel mezzogiorno. Vai alla mappa.
Nel 2022 il tasso di occupazione di neodiplomati e neolaureati è aumentato, a conferma di quanto l’istruzione sia uno dei fattori che possono maggiormente influenzare le possibilità di accesso al lavoro.
L’altro lato della medaglia è che chi ha abbandonato gli studi precocemente, lasciando la scuola prima del diploma o di una qualifica, mostra un livello di occupazione molto più basso. Tra i giovani tra 18 e 34 anni con al massimo la licenza media il tasso di occupazione scende al 39%. Una quota comunque in crescita rispetto al 2021, ma di 13 punti inferiore rispetto al 2007.
Il legame tra accesso all’istruzione e possibilità di accesso al mondo del lavoro nel corso degli ultimi vent’anni si è rafforzato, come abbiamo avuto modo di raccontare in passato.
Per questo garantire un diritto di accesso equo all’istruzione di qualità è essenziale. Oggi infatti ad abbandonare la scuola sono soprattutto i giovani di famiglie svantaggiate, rendendo tale condizione ereditaria. Un problema soprattutto nel mezzogiorno, dove in quasi 2 comuni su 3 bassi livelli di istruzione si accompagnano a tassi di occupazione inferiori alla media.
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